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LA LEISHMANIOSI CANINA

La puntura di un moscerino (flebotomo)

letale per il miglior amico dell’uomo

Diagnosi precoce per ottenere i migliori risultati

RI A cura del

veterinario dr GIANNI NOVANTINI

specialista in malattie dei piccoli animali

NARIA

La leishmaniosi è una malattia tropicale importata da tempo in Italia ed in altri paesi europei, quali Grecia,

Spagna ecc, che negli ultimi anni ha subito una vera e propria espansione. La malattia è causata

da un protozoo (la leishmania spp; ne esistono varie varietà la L. tropical, Donovani, Infantum)

che si trasmette attraverso la puntura di un moscerino (il flebotomo pernicioso) il quale ha prevalenti

abitudini notturne, in quanto durante il giorno non ama il contatto dei raggi solari, mentre alla sera inizia il suo girovagare alla ricerca di un mammifero da cui succhiare il sangue per soddisfare il suo pasto.

Il cane è uno dei preferiti bersagli del flebotomo (insieme alla volpe, ratto nero e uomo) e mentre consuma

il suo pasto di sangue (più o meno come una zanzara) inocula delle leishmanie, che dopo un po’ di tempo si moltiplicheranno nel cane e daranno la malattia. Questo periodo di incubazione può essere variabile,

da settimane a mesi, qualche volta anni, prima che si abbiano i classici sintomi clinici della Leishmaniosi.

È proprio in questo periodo che, con una diagnosi precoce, si ottengono i migliori risultati terapeutici.

La leishmaniosi canina viene descritta come malattia cronica incurabile, per la particolarità clinica

e del parassita che si localizza  nel monocita (un ti-po di globulo bianco). Peraltro, è bene precisare

che le cose stanno cambiando, in quanto sono disponibili sempre più mezzi terapeutici ed alcune

grandi case stanno lavorando alla preparazione di un vaccino. Sui sintomi clinici (ma sarebbe

meglio fare una diagnosi precoce), si osserva un corteo sintomatologico che riguarda soprattutto

l’apparato tegumentario, con onicogrifosi (eccessivo allungamento delle unghie) rarefazione

del pelo attorno agli occhi, ulcere cutanee, lesioni essudative localizzate a livello del piede, delle

zampe e dei polpastrelli.  Altri sintomi riguardano lesioni agli organi interni ed in particolare il rene,

con notevole aumento, da parte del cane, della richiesta di acqua (inizio dell’insufficienza renale).

Tutto ciò è utile per sospettare la malattia, ma la cosa migliore da fare è un controllo sierologico alla

fine dell’estate per vedere se il cane è stato punto dal flebotomo infettante ed è quindi stato infestato.

Nelle aree dove la malattia è endemica (Toscana, Liguria, Campania, isole, con particolare riferimento

all’Isola d’Elba, Grecia e Spagna) è consigliabile fare due controlli annuali. Purtroppo, negli ultimi anni la tendenza della malattia è quella di osservare sempre più frequentemente casi clinici anche in aree fino ad oggi ritenute “non a rischio”. Per ultimo è bene ricordare che questa malattia è una zoonosi (malattia che

può essere trasmessa all’uomo), diagnosticata tempestivamente e curata in maniera idonea non preoccupa più come un tempo, ma non è da sottovalutare.

(tratto da Gnews Lug’01)