Per spiegarvi il nostro punto di
vista sulla questione:XML:NAMESPACE PREFIX = O /
Rilevando il Cantiere dalle
cooperative che a loro volta lo avevano rilevato nel ’97, la Azimut Benetti
s.p.a diventava proprietaria del Cantiere stesso e socio di maggioranza
della STU (società di trasformazione urbana), sorta a guidare e controllare,
con partecipazione pubblica, le trasformazioni nella zona, necessarie per
realizzare quello che avrebbe dovuto essere una struttura industriale, idonea
alla attività di costruzione di maxi-yacht, un centro servizi per la nautica,
un porto turistico ed un complesso immobiliare ricettivo, più un altro
porticciolo.
I dati relativi al piano
regolatore del 1998, non prevedevano la costruzione di appartamenti e la zona
commerciale era di soli 2.000mq (dati che ci sono noti, pubblicamente diffusi
e che mai ci risulta siano stati smentiti).
Il progetto attuale, vede invece 14.538 mq di residenziale e 20.579 mq di commerciale e terziario commerciale, avendosi difficoltà a trovare e la parte cantieristica (come faccia poi a convivere la cantieristica accanto al residenziale?) e quella relativa al porto turistico + il porticciolo.
La vocazione commerciale ed
immobiliare appare invece evidente, ipermercato compreso.
Ora, il punto è: La Azimut/Benetti
ci guadagna sicuramente (sono terreni che si incrementano enormemente di
valore), il Comune nell’immediato anche ma, a lungo andare, è un affare che
porterà vantaggi alla città e quali, esattamente?
Non risultano studi di sostenibilità
ambientale e quindi è lecito supporre, a maggior ragione, che neppure
ricerche di mercato siano state fatte, sulle possibili ricadute economiche a
favore della città e allora, quale la logica che dovrebbe portare sviluppo a
Livorno:- prendere il primo autobus buono che passa e poi, dove si va lo si
appura strada facendo? Si trascura una politica di investimenti volta al
futuro (a meno che questa non sia il costruire un semplice nuovo quartiere
commerciale e residenziale di lusso) e si sottace l’eventualità che il
centro commerciale storico, strozzato e dalla recessione e dagli ampi
parcheggi della Porta a Mare, possa andare incontro ad una fine analoga a
quella dei cinema livornesi. Insomma, dal tentare di risolvere l’occupazione
dei lavoratori del Cantiere Orlando e dell’indotto e dall’originaria
intenzione, ottima del resto, di dare impulso alla cantieristica livornese e
al turismo, con una nautica da diporto………..si finirà per innescare un
processo che creerà ulteriore disoccupazione, senza nessun forte impulso per
un nuovo sviluppo, malgrado i massicci investimenti effettuati.
Ecco, questi i motivi del nostro essere
inseriti nell’Osservatorio Trasformazioni Urbane, nello specifico Porta a
Mare. Con estrema sintesi: in una città che vede diminuire progressivamente i
residenti ed invecchiare la popolazione, ben venga un’agitarsi produttivo
che costa soldi ma ne fa anche guadagnare, solo vorremmo che questo guadagno
fosse prevalentemente a favore dell’intera città di Livorno e non solo a
favore di pochi privilegiati privati, soprattutto considerando che Livorno ci
mette tanto del suo, ma proprio tanto, tanto.
Luciano Suggi, Agireverde Livorno,
“sez.ambiente e territorio”
Ps: magari però, tutti quelli
sopra, sono solo cattivi pensieri…………magari Livorno avrà una risorta
cantieristica navale da fare invidia ed anche il porto turistico, non servirà
ai diportisti unicamente per prendere una pizza e ritornarsene via ma porterà
e lavoro e nuovo sviluppo e ricchezza per la città……………….speriamo,
intanto il dubbio rimane: importante scommessa sulla cantieristica navale e la
nautica da diporto a Livorno o brillante operazione di massiccia
cementificazione speculativa?
Associazione per l'ambiente
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Agireverde, via Anna Frank 17, 57124 Livorno