ARTE E METALLI PREZIOSI 

 Fin dalla notte dei tempi, i metalli preziosi hanno esercitato sull'uomo un particolare fascino

Creazioni orafe: arte e creatività dei maestri orafi

                Un grammo d'oro può essere trafilato, senza rompersi, in un filo di oltre tre chilometri.

A cura di SIMONE GALLORINI

 Nella storia dell’oreficeria mondiale l’Italia riveste un ruolo molto importante, in particolare nel centro della penisola pulsa un cuore etrusco che tesse un ideale filo d’oro da più di ventisette secoli. Arezzo in origine si distinse per l’arte fusoria che si andò sviluppando dal VI secolo a.C. al II secolo d. C., attestata da numerosi reperti e autorevoli fonti storiche.

Oro sacro, oro quotidiano, oro d’Autore, ventisette secoli di ceselli, miniature e sbalzi che conducono all’oreficeria moderna. Oggi come ieri terreno di sperimentazione e arte. L’età moderna dell’oro indica in Arezzo il fulcro della produzione orafa del centro Italia, con oltre 200 marchi e circa diecimila addetti che ogni anno trasformano in gioielli circa 200 tonnellate d’oro, di cui il 70% è destinato all’esportazione. Nel 1998 è stato inaugurato il primo museo italiano dedicato all’arte orafa, che raccoglie una selezione di gioielli prodotti dagli anni Venti a oggi, con tavole e progetti originali; una sezione con reperti di archeologia industriale, con una collezione di oltre 30 monili di Giò Pomodoro, e il medagliere con rare placchette e medaglie di autori vari. Dal 1980 il Centro Affari e Promozioni di Arezzo organizza l’annuale mostra “Oro Arezzo” in cui oltre 500 aziende, provenienti dai maggiori poli produttivi italiani, espongono i loro campionari. Dal 1984, in contemporanea con la Mostra Orafa, vengono organizzate esposizioni di taglio culturale e scientifico orientate all’oreficeria storica, come “Cento preziosi Etruschi”, “Arte Aurea Aretina” (1985) (1986), “Manifatture europee in terra di Arezzo” (1987), “Gioielli e ornamenti dagli Egizi all’Alto Medioevo” (1988), fino alle rassegne dedicate all’arte orafa della Polonia e alle arti decorative del Giappone e della Croazia. Dal 1987, le rassegne “Oro d’Autore” tessono un legame tra l’avanguardia artistica e di design e l’oreficeria attraverso la realizzazione di progetti e disegni da parte delle aziende aretine. La ricca collezione conta oltre 200 gioielli ideati da personaggi del calibro di Alinari, Baj, Berrettini, Bini, Bronzi, Buti, Cappello, Carrino e molti altri. Tesori d’arte contemporanea ideali prosecutori di una tradizione antichissima, che testimoniano il cuore e l’anima dell’Arezzo del terzo millennio, legata a un glorioso passato e dinamicamente protesa verso il futuro, nel segno dell’oro.

Fin dalla notte dei tempi, i metalli preziosi hanno esercitato sull'uomo un'autentica fascinazione. Fra questi metalli ci sono l'oro, l'argento, il platino, il palladio, il rodio, l'osmio, il rutenio. Ma è l'oro che con le sue eccezionali proprietà e la sua inalterabilità occupa il posto d'onore.

Prima di tutto è un metallo molto denso (il suo peso specifico è di oltre il 70% superiore a quello del piombo) e al tempo stesso anche il più malleabile e duttile: basti pensare che un grammo d'oro può essere trafilato, senza rompersi, in un filo di oltre tre chilometri.

Dal punto di vista chimico, inoltre, l'oro ha solo due nemici: il mercurio, un metallo liquido al quale si amalgama immediatamente, e l'acqua ragia, una miscela di acido nitrico e cloridrico nella quale si dissolve.

Questo metallo giallo proviene in gran parte dall'Africa, dall'America del Sud e dall'Unione Sovietica, ma anche nell'America del Nord e in Australia si può trovare in quantità notevoli. Quanto all'Europa, vi sono miniere dalle quali se ne possono estrarre alcune centinaia di chili all'anno.

Una volta estratto e raffinato, l'oro si fonde in blocchi detti "lingotti" o "verghe". Il lingotto pesa in media 1 chilo, mentre la verga anche più di 12 chili. Il "lingotto standard" pesa tra le 350 e le 400 once ed è la più grossa verga d'oro esistente sul mercato. L'oncia troy è una unità di misura di peso anglosassone equivalente a 31,1034807 grammi. Una volta arrivato nei banchi delle fabbriche l’oro viene sottoposto ad un lungo processo di lavorazione che porta ai prodotti finiti che possiamo trovare nelle gioiellerie.

Nove sono le fasi principali per arrivare al gioiello:

Il progetto-Prima di accingersi alla creazione di un gioiello, è preferibile elaborare un progetto abbozzandone uno schizzo. In un secondo momento il disegno definitivo verrà dato all'esperto, che procederà alla sua realizzazione.

La composizione della lega-Questa operazione serve alla preparazione delle proporzioni di oro e di altri metalli necessari per la fusione. Al fine di ottenere il titolo desiderato, l'oro, pur essendo molto malleabile, deve essere miscelato con altri metalli per rendere il gioiello più resistente.

Questa fase è importante anche perché permette di ottenere una notevole varietà di colori, che sono la caratteristica principale della bellezza di un gioiello.

La fusione-È la fase necessaria perché tutti i componenti della lega siano perfettamente miscelati; serve inoltre a dare una prima idea della forma del lingotto, il quale potrebbe servire all'ulteriore fabbricazione di fili e lastre.

La laminazione-È la tecnica tramite la quale un lingotto è trasformato in lastre o in fili. Si compie per mezzo di un laminatoio che schiaccia lentamente il metallo rendendolo man mano più sottile.

A ogni passaggio fra i cilindri d'acciaio i metalli sono arroventati perché le molecole possano riprendere la loro struttura normale. 

La lavorazione-Consiste nella preparazione delle forme, dei castoni, delle griffe e delle altre parti necessarie alla composizione del pezzo.

Certi gioielli sono composti da centinaia di parti, preparate una per una con la massima cura e pazienza. È la fase basilare. Se non è effettuata più che accuratamente, il gioiello non diventerà mai perfetto e verrà smontato o fuso per poter essere nuovamente lavorato.

È l'assemblaggio delle singole parti, le une con le altre, per ottenere la forma definitiva del gioiello. 

Quest'operazione si fa con vari tipi di cannelli a gas. È la fase più difficile nella costruzione dell'oggetto: qualche grado di temperatura in più provocherebbe la fusione completa del pezzo.

La limatura-Dopo aver unito le varie parti, si limano le sporgenze delle saldature affinché l'oggetto si presenti uniforme e senza asperità. È un lavoro che richiede estrema precisione e un gran numero di lime minuscole e multiformi, dato che si devono adattare a ogni angolo e a ogni curva.

In alcuni casi l'artigiano utilizza piccole frese simili a quelle del dentista, di modo che le rifiniture siano perfette nei minimi dettagli. 

Queste frese sono azionate da una miniturbina posta sul banco da lavoro.

La smerigliatura-L'operazione consiste nel passare su tutte le parti interne ed esterne dell'oggetto una carta smerigliata per eliminare ogni traccia di limatura: è la prima e fondamentale parte della rifinitura.

L'artigiano raccoglierà tutte le scaglie e la polvere d'oro risultanti da questo lavoro.

L'incassatura-L'incassatore è l'esperto che fissa le pietre nei castoni e nelle griffes che l'orefice ha preparato.

È una delle operazioni più delicate: può capitare che le pietre siano fragili o incrinate, e allora la più piccola pressione supplementare può causare la rottura della gemma.

La pulitura-Smerigliato e incastonato, il gioiello deve essere pulito.

La pulitura è effettuata con una pulitrice a spazzole rapide, munita di un sistema di aspirazione che raccoglie le polveri, certo preziose ma senz'altro nocive. Esiste però anche una tecnica meccanica: si pongono i gioielli alla rinfusa in un piccolo tamburo rotante che contiene biglie d'acciaio e un sapone speciale. L'operazione dura tra l'altro parecchie ore, tuttavia la lucentezza finale è solo superficiale e molto meno bella di quella ottenuta da una pulitura tradizionale, effettuata a mano.