DIAGNOSI
PRECOCE
PER
UNA
CORRETTA
CRESCITA
DEL
BAMBINO
CON
DEFICIT
GH
A
cura
del
Prof.
GIUSEPPE
SAGGESE
Direttore
Clinica
Pediatrica
,
Direttore
Scuola
di
Specializzazione
in
Pediatria
Università
di
Pisa,
Presidente
Società
Italiana
di
Medicina
dell’Adolescenza
(TRATTO
DA
Gnews
Ottobre’01)
La
crescita
è
stata
giustamente
definita
“il
denominatore
comune”
dell’età
evolutiva.
Essa
è
il
risultato
di
complesse
interazioni
tra
fattori
ambientali
(tra
cui
la
nutrizione
ha
grande
rilevanza),psichici,
genetici
ed
ormonali.
La
velocità
con
cui
si
cresce
è
diversa
a
seconda
delle
diverse
epoche
dell’età
evolutiva:
è
molto
rapida
nei
primi
2-3
anni
di
vita,
subisce
una
decelerazione
lenta
e
costante,
per
poi
incrementare
rapidamente
nel
periodo
adolescenziale.
L’età
nella
quale
si
verifica
questo
incremen-to
è
diversa
tra
i
due
sessi
e
dipende
dalla
comparsa
dello
sviluppo
puberale
che
avviene
più
precocemente
nelle
ragazze
rispetto
ai
ragazzi.
Così
la
velocità
di
crescita
è
massima
(passa
da
5
cm
a
8
cm
anno)
nelle
prime
intorno
ai
12
anni,
mentre
nei
secondi
lo
è
intorno
ai
14
anni
(passa
da
5cm
a
9cm/anno).
I
ragazzi
hanno,
rispetto
alle
ragazze,
due
anni
in
più
durante
i
quali
crescono
con
una
velocità
di
5cm/anno.
La
crescita
che
si
ottiene
complessivamente
durante
l’adolescenza
nelle
ragazze
è
di
circa
25
cm,
mentre
nei
ragazzi
è
di
28
cm.
Quando
lo
sviluppo
puberale
è
stato
completato,
la
velocità
di
crescita
tende
ad
azzerarsi,
indicando
che
il
processo
di
accrescimento
è
terminato
ed
è
stata
raggiunta
la
statura
adulta.
I
3
cm
in
più
che
i
ragazzi
hanno
durante
la
crescita
adolescenziale,
sommati
ai
10
che
totalizzano
nei
due
anni
prima
dello
scatto
di
accrescimento
adolescenziale,
generano
i
13
cm
di
differenza
nella
statura
adulta
tra
maschi
e
femmine.
Negli
ultimi
anni
sono
stati
fatti
molti
progressi
che
hanno
portato
a
scoprire
o
a
definire
meglio
il
sistema
di
controllo
endocrino
dei
processi
dell’accrescimento.
Certamente
molto
vi
è
ancora
da
scoprire
e
da
capire,
ma
i
risultati
ottenuti
hanno
per-messo
di
affinare
le
tecniche
dia-gnostiche
e
l’approccio
terapeutico
al
bambino
con
bassa
statura.
Per
quanto
riguarda
quest’ultimo
aspetto,
oggi
disponiamo
dell’ormone
della
crescita
(GH)
umano
ricombinante,
ottenuto
in
laboratorio
con
tecniche
di
ingegneria
genetica.
Ciò
ha
permesso
di
avere
quantità
illimitate
di
ormone
e
di
trattare
i
bambini
con
documentato
deficit
di
GH
con
dosi
adeguate,
utilizzando
un
prodotto
non
contaminato
da
possibili
agenti
infettivi.
A
questo
punto
ci
si
potrebbe
chiedere
se
tutti
i
bambini
con
bassa
statura
potrebbero
beneficiare
della
somministrazione
di
GH.
Al
momento
attuale
la
risposta
è
no.
L’indicazione
principale
alla
terapia
con
GH
resta
il
deficit
dell’ormone
assieme
ad
altre
condizioni
come
la
bassa
statura
nell’insufficienza
re-nale
cronica,
la
sindrome
di
Turner
o
le
forme
caratterizzate
da
GH
bio-logicamente
inattivo,
cioè
da
un
ormone
che
è
alterato
e
non
riesce
a
svolgere
l’attività
biologica
che
gli
è
propria.
È
certamente
vero
che
sono
in
corso
protocolli
di
studio
per
valutare
l’efficacia
e
la
innocuità
di
tale
terapia
anche
in
condizioni
diverse
da
que-ste.
È
dunque
necessario
eseguire
un
cor-retto
inquadramento
diagnostico
del
tipo
di
bassa
statura
cui
ci
troviamo
di
fronte
per
identificare
i
soggetti
che
potranno
beneficiare
della
terapia
con
GH.
Rispetto
al
passato,
oggi
disponiamo
di
test
endocrinologici,
di
tecniche
di
biologia
molecola-re
e
di
diagnostica
per
immagini
che
ci
vengono
in
aiuto
in
questo.
È
importante
porre
la
diagnosi
il
più
precocemente
possibile
per
evitare
un’eccessiva
perdita
di
statura,
diffi-cilmente
colmabile
con
un
tardivo
inizio
della
terapia.
L’esperienza
con
l’uso
del
GH
estratto
da
ipofisi
di
cadavere
e
quella
più
recente
con
GH
ricombinante
hanno
chiaramente
dimostrato
che
la
precocità
della
terapia,
a
dosi
giornaliere
adeguate,
sono
fattori
molto
importanti
per
permettere
la
corretta
espressione
del
potenziale
accrescitivo
del
bambino
con
deficit
di
GH,
permettendogli
di
ottenere
una
statura
adulta
molto
vicina
alla
media
normale.
Un
aspetto
che
è
doveroso
considerare
è
il
futuro
del
bambino
con
deficit
di
GH,
che
non
termina
certo
con
il
periodo
adolescenziale,
quando
termina
l’accrescimento.
È
stata
infatti
descritta
la
sindrome
da
deficit
di
GH
nell’adulto,
ca-ratterizzata
da
sensazione
di
stanchezza,
maggiore
incidenza
di
acci-denti
cardiovascolari,
alterazioni
dei
grassi,
perdita
di
massa
ossea,
ridotta
speranza
di
vita.
È
quindi
ne-cessario
prendere
in
considerazione
la
somministrazione
dell’ormone
in
quei
soggetti
che
ne
hanno
sviluppato
il
deficit
in
età
evolutiva
e
nei
quali
questo
permane
anche
nell’età
adulta.