Elevati
rendimenti
energetici
a
basso
impatto
ambientale
LE
CELLE
A
COMBUSTIBILE
Ottime prospettive di assistere ad una rivoluzione globale nel modo di ottenere energia.
A
cura
del
Dr.
Marcello
Pifferi
Benché
il
principio
di
funzionamento
fosse
noto
da
vari
decenni
è
solo
negli
ultimi
anni
che
si
è
sviluppata
la
sperimentazione
per
una
utilizzazione
su
vasta
scala
delle
celle
a
combustibile
.
Una
cella
a
combustibile
è
una
cella
elettrolitica
che
ha
la
capacità
di
convertire
l’
energia
chimica
di
un
combustibile
tramite
l’
ossidazione
con
l’
ossigeno
dell’
aria
in
energia
elettrica
direttamente
utilizzabile.
A
differenza
delle
pile
elettriche
tradizionali
queste
sono
capaci
di
funzionare
ininterrottamente
finché
viene
fornito
loro
carburante
(in
genere
idrogeno)
e
comburente
(ossigeno
puro
o
aria)
e
di
mantenere
costante
nel
tempo
la
tensione
ai
poli.
La
cella
è
essenzialmente
costituita
da
due
elettrodi
in
materiale
adatto
messi
in
contatto
tramite
un
elettrolita
che
varia
a
seconda
del
tipo
di
cella.
Nel
tipo
più
semplice
gli
elettrodi
sono
costituiti
da
sottili
lamelle
di
platino
a
cui
all’anodo
viene
fornito
idrogeno
puro
e
al
catodo
ossigeno
e
quale
prodotto
finale
della
reazione
si
ottiene
soltanto
acqua.
Nel
processo
si
sviluppa
una
corrente
elettrica
continua
e
si
svolge
un
po’
di
calore.
Poiché
una
singola
cella
produce
all’
incirca
0,7
eV
è
necessario
disporre
in
serie
diverse
celle
per
ottenere
una
tensione
apprezzabile.
Esistono
tuttavia
altri
tipi
di
celle
che
non
hanno
bisogno
di
idrogeno
puro
per
funzionare
e
sono
quindi
più
adatte
all’
uso
industriale
e
di
locomozione.
Allo
stato
attuale
della
sperimentazione
le
più
importanti
sono:
Celle
a
metanolo,
celle
ad
acido
fosforico,
celle
a
carbonati
fusi,
celle
ad
ossidi
solidi
Le
celle
a
metanolo,
un
alcool
che
si
può
facilmente
ottenere
a
basso
costo
partendo
dal
carbone
o
da
altre
materie
prime,
potenzialmente
le
più
interessanti
per
uso
domestico
e
per
piccoli
generatori
di
elettricità,
sono
però
ancora
allo
stadio
di
ricerca
di
laboratorio
dovendosi
risolvere
una
serie
di
problemi
pratici
per
il
loro
utilizzo.
Essenzialmente
queste
celle
utilizzano
metanolo
acquoso
ed
operano
a
temperature
inferiori
a
100
°C
risultando
quindi
molto
adatte
per
l’
applicazione
al
trasporto
urbano
ed
extraurbano
considerata
anche
la
facilità
di
stoccaggio
dell’
alcool.
I
prodotti
finali
dell’
ossidazione
del
metanolo
con
l’
ossigeno
dell’
aria
sono
acqua
e
anidride
carbonica
e
la
resa
elettrica
è
molto
elevata.
Le
celle
ad
acido
fosforico
operano
invece
a
temperature
di
circa
200
°C
e
l’elettrolita
è
costituito
da
una
soluzione
concentrata
di
acido
fosforico,
gli
elettrodi
sono
di
platino.
Il
vantaggio
rispetto
alle
celle
a
metanolo
è
che
qui
il
combustibile
può
essere
gas
di
reforming
catalitico
(una
miscela
di
idrogeno,
ossido
di
carbonio
e
idrocarburi
vari)
che
si
ottiene
economicamente
con
un
trattamento
ad
alta
temperatura
su
adatti
catalizzatori
del
petrolio
o
del
gas
naturale.
La
forte
corrosività
dell’
acido
fosforico
comporta
però
diversi
problemi
non
del
tutto
risolti
di
resistenza
delle
celle,
la
sperimentazione
è
comunque
molto
avanzata
e
se
ne
prevede
a
medio
breve
termine
l’
entrata
in
commercio.
Un
terzo
tipo
di
celle
molto
promettenti
per
generatori
di
media
ed
elevata
potenza
sono
le
celle
a
carbonati
fusi
che
hanno
una
temperatura
di
esercizio
di
circa
650
°c
ed
utilizzano
quale
elettrolita
una
miscela
fusa
di
carbonati
alcalini.
La
cinetica
di
reazione
a
quella
temperatura
è
molto
alta
per
cui
non
è
più
necessario
utilizzare
come
catalizzatori
metalli
nobili
quali
il
platino
ma
sono
sufficienti
metalli
di
costo
molto
inferiore
quale
il
nickel.
La
presenza
di
ossido
di
carbonio
nei
gas
in
ingresso
non
è
inoltre
più
un
problema
poiché
a
tale
temperatura
viene
esso
stesso
utilizzato
per
produrre
energia
ossidandosi
ad
anidride
carbonica.
Le
celle
ad
ossidi
solidi
infine
operano
a
temperature
molto
elevate
(900
–
1000
°C)
e
sono
le
più
adatte
per
generatori
industriali
di
grande
potenza
in
quanto
possono
utilizzare
direttamente
combustibili
a
basso
costo
quali
il
gas
naturale
ed
il
gas
di
carbone.
Inoltre
l’elevato
calore
di
reazione
connesso
al
processo
può
essere
utilizzato
per
far
funzionare
delle
turbine
esterne
raggiungendo
efficienze
energetiche
elevatissime.
Gli
elettrodi
in
questo
caso
sono
costituiti
da
ossidi
di
nickel
e
di
zirconio
all’
anodo
mentre
al
catodo
si
utilizzano
composti
ossigenati
di
manganese
e
lantanio.
Riepilogando
possiamo
dunque
affermare
che
la
metodica
delle
celle
a
combustibile
è
estremamente
interessante
sia
per
gli
elevatissimi
rendimenti
energetici
che
per
il
ridottissimo
inquinamento
ambientale
molto
inferiore
ai
metodi
tradizionali.
Di
contro
ci
sono
la
ancora
troppo
ridotta
sperimentazione
ed
i
costi
di
impianto
troppo
elevati.
Con
l’avanzare
della
ricerca
e
la
produzione
in
serie
a
livello
industriale
ci
sono
però
ottime
prospettive
di
assistere
a
breve
ad
una
rivoluzione
globale
nel
modo
di
ottenere
energia.