IDROGENO
ENERGIA
DEL
FUTURO:
BLUFF
O
REALTÀ?
A
cura
del
Dr.
Marcello
Pifferi
Molto
si
è
parlato
in
questi
ultimi
anni
dell’idrogeno
quale
combustibile
del
futuro
quasi
una
panacea
per
ridurre
o
annullare
i
problemi
dell’inquinamento
atmosferico.
Vediamo
dunque
di
fare
il
punto
della
situazione
attuale.
L’idrogeno
è
un
elemento
abbondante
e
di
facile
reperibilità
sulla
crosta
terrestre
però
non
allo
stato
libero
ma
sempre
combinato
o
con
l’ossigeno
(e
si
ottiene
l’acqua)
o
con
il
carbonio
(
e
si
ottengono
gli
idrocarburi:
petrolio,
gas
naturale
metano).
Allo
stato
libero
come
molecola
di
idrogeno
è
però
del
tutto
assente
e
per
ottenerlo
occorre
consumare
molta
energia.
L’idrogeno
quindi
non
è
una
fonte
di
energia
primaria
quale
può
essere
il
petrolio,
il
carbone
o
l’energia
nucleare
ma
soltanto
un
“vettore
energetico”
cioè
un
modo
per
trasportare
l’energia
prodotta
in
altri
luoghi,
un
po’
per
intenderci
come
fa
un
elettrodotto
che
trasporta
l’elettricità
prodotta
nelle
centrali
ai
luoghi
di
consumo.
Il
principale
vantaggio
dell’idrogeno
quale
vettore
energetico
è
la
pressoché
assoluta
mancanza
di
inquinamento
ambientale
nella
sua
combustione
producendo
acqua
come
prodotto
finale.
I
suoi
svantaggi
sono
però
numerosi
ed
assai
gravi.
1)Il
suo
altissimo
costo
di
produzione:
Occorre
infatti
effettuare
la
scomposizione
dell’acqua
tramite
elettrolisi
con
fortissimo
consumo
di
elettricità
oppure
effettuare
un
cracking
catalitico
degli
idrocarburi
cioè
un
processo
che
partendo
dal
petrolio
o
dal
gas
naturale
dà
con
basse
rese
idrogeno
altamente
impuro
e
di
difficile
purificazione.
2) La
sua
difficoltà
e
pericolosità
di
immagazzinamento
e
di
trasporto:
L’idrogeno
infatti
è
un
gas
facilmente
infiammabile
che
liquefa
a
temperature
estremamente
basse
e
non
ottenibile
liquido
a
temperatura
ambiente
come
ad
es.
il
gpl
per
cui
le
bombole
che
lo
contengono
sotto
forma
di
gas
devono
essere
molto
robuste
e
quindi
di
peso
e
ingombro
notevoli
sì
da
poter
sopportare
le
elevatissime
pressioni
cui
sono
sottoposte.
La
sua
distribuzione
inoltre
deve
sottostare
a
rigidi
criteri
di
sicurezza
a
causa
della
sua
altissima
infiammabilità.
Si
stanno
studiando
soluzioni
alternative
per
il
suo
trasporto
quali
ad
es.
l’assorbimento
su
nickel
od
altri
adatti
materiali
che
hanno
la
proprietà
di
diminuire
la
pressione
all’interno
delle
bombole,
però
il
loro
costo
elevato
ne
ostacola
tuttora
l’uso.
In
ogni
caso
comunque
l’inquinamento
atmosferico
viene
solo
trasferito
dai
luoghi
di
utilizzo
alle
centrali
di
produzione
poiché,
come
già
accennato,
per
ottenere
l’idrogeno
occorre
o
bruciare
i
combustibili
fossili
con
produzione
quindi
di
enormi
quantità
di
anidride
carbonica
insieme
ad
altri
inquinanti
sviluppati
nel
processo
di
combustione
oppure
utilizzare
l’energia
nucleare
per
la
produzione
di
elettricità
con
gli
immani
problemi
derivanti
tra
l’altro
dallo
smaltimento
delle
scorie
radioattive
che
nessuno
vuole
accettare.
Qual’è
dunque
il
futuro
per
la
produzione
di
energia
in
Italia
e
nel
mondo?
L’energia
eolica
e
quella
solare
possono
coprire
solo
una
piccola
parte
delle
esigenze
energetiche
della
moderna
civiltà
industriale
a
causa
della
bassa
potenza
erogata
da
queste
fonti.
Le
dighe
per
la
produzione
di
energia
elettrica
provocano
spesso
sconvolgimenti
ambientali
permanenti
e
sono
comunque
una
risorsa
poco
ulteriormente
utilizzabile
a
causa
della
carenza
dell’acqua
per
gli
invasi.
L’energia
da
fusione
(non
fissione!)
nucleare,
pur
promettente,
è
ancora
allo
stadio
sperimentale
e
nel
caso
della
fusione
fredda
(vedi
articolo
GNEWS
del
Nov
2003)
ne
è
addirittura
osteggiata
la
sperimentazione
venendole
negati
i
finanziamenti
necessari
per
l’ulteriore
sviluppo.
Per
un
periodo
ancora
piuttosto
lungo
saremo
quindi
costretti
ad
utilizzare
le
fonti
tradizionali
puntando
soprattutto
ad
un
migliore
utilizzo
dell’energia
penalizzando
i
processi
ad
alto
consumo
energetico
e
favorendone
il
risparmio
sia
a
livello
familiare
che
industriale.
Nell’ambito
di
questa
ottica
sono
già
in
fase
di
avanzata
sperimentazione
modelli
di
centraline
di
produzione
di
energia
(le
cosiddette
pile
a
combustibile)
che
con
un
considerevole
maggior
rendimento
energetico
e
con
un
bassissimo
inquinamento
ambientale
rispetto
a
quello
ottenibile
con
i
metodi
tradizionali
promettono
di
compiere
una
prima
rivoluzione
energetica
a
livello
planetario
in
attesa
dello
sviluppo
della
anzidetta
fusione
nucleare
che
si
spera
possa
finalmente
soddisfare
la
insaziabile
fame
di
energia
della
moderna
civiltà.