A
cura
del
Dott.
MASSIMO
SASSETTI(Veterinario)
I
disturbi
comportamentali
del
cane
e
del
gatto
possono
essere
considerati
normali
se
analizzati
da
un
punto
di
vista
etologico,
ma
non
se
inquadrati
in
una
dinamica
di
rapporto
uomo
animale;
oppure
si
possono
manifestare
disturbi
comportamentali
come
esito
di
processi
patofisiologici,
quali
alterazioni
a
livello
neurologico,
patologie
organiche,
squilibri
endocrini,
componenti
psicosomatiche
o
determinati
da
esperienze
emotive
traumatiche
o
da
alterazioni
avvenute
durante
le
varie
tappe
dello
sviluppo
neurofisiologico
e
di
coordinazione
motoria
(periodo
neonatale,
periodo
di
transizione,
periodo
di
socializzazione,
periodo
giovanile).
Il
disturbo
comportamentale
è
da
considerarsi
generalmente
come
una
risposta
da
parte
dell’animale
a
un
cambiamento
ambientale
e
si
manifesta
con
alcuni
segni
clinici:
Vocalizzazione
(
abbaiare,
ululare,
miagolare
),comportamento
distruttivo
(scavare,
mordicchiare,
grattare
i
mobili).
I
disturbi
comportamentali
possono
essere
classificati
sulla
base
del
comportamento
manifestato
in:
Aggressività
-
che
è
da
considerarsi
come
un’
azione
minacciosa
diretta
verso
un
altro
animale,
un
uomo
o
un
oggetto
per
causare
danno
o
distruzione
e
si
riconoscono
diverse
categorie
di
aggressività:
Aggressività
da
dominanza,
da
paura,
indotta
dal
dolore,
nel
gioco,
territoriale,
possessiva,
protettiva,
riindirizzata,
correlata
al
cibo,
materna,
predatoria,
idiopatica
e
tra
animali.
Disturbi
eliminatori
–
quando
un
cane
o
un
gatto
urinano
o
defecano
in
contesti
inappropriati
Paura
–
una
serie
di
risposte
adattative
utili
a
proteggere
l’animale
da
stimoli
esterni
quali
rumori,
temporali,
spari,
fuochi
d’artificio.
Fobia
–
una
risposta
alla
paura
esagerata
e
sproporzionata
rispetto
alla
reale
minaccia
dello
stimolo.
Ansia
da
separazione
o
disturbi
correlati
alla
separazione
–
causati
dall’ansia
come
risposta
alla
separazione
dell’animale
dalla
persona
o
dalle
persone
cui
è
affezionato.
Comportamenti
stereotipati
e
ossessivo
compulsivi
–
ovverosia
atti
ripetitivi,
costanti,
senza
scopo
evidente
oppure
espressioni
anormali
di
comportamenti
normali
tipici
della
specie
animale
come:
La
toelettatura
eccessiva
del
mantello,
il
leccamento
compulsivo;
la
locomozione
come
rincorrersi
la
coda;
la
vocalizzazione
(abbaiare,
ululare);
abnorme
attività
sessuale
(monta
o
masturbazione
su
persone,
giocattoli
imbottiti,
indumenti,
cuscini
e
arredi
della
casa
e
in
particolare
se
associata
a
succhiamento
o
masticazione
compulsiva).
La
terapia
basata
sull’associazione
tra
terapia
comportamentale,
modificazioni
dietetiche
alimentari
e
terapia
farmacologica
su
farmaci
veterinari
ad
azione
diretta
sulla
sfera
psichica
dell’animale,
è
spesso
sufficiente
per
ottenere
remissione
del
disturbo
comportamentale;
fondamentale
è
la
prevenzione,
attuabile
sia
mediante
l’esecuzione
di
test
attitudinali
precoci
su
cuccioli
e
gattini
per
valutare
le
loro
caratteristiche
comportamentali
in
previsione
di
un
loro
inserimento
in
determinato
contesto
famigliare,
sia
il
rispetto
delle
regole
fondamentali
di
comportamento
,
base
della
convivenza
tra
uomo
e
animale.