L’IMMUNODEFICIENZA (FIV) E LA LEUCEMIA INFETTIVA (FELV) NEL GATTO

Due malattie virali che causano la distruzione dei  naturali sistemi di difesa

  A cura del dr.  Stefano Mori

(Veterinario)

 Nel gatto vi sono 2 malattie virali che causano la progressiva distruzione dei naturali sistemi di difesa lasciando così la via aperta ad infezioni banali che in questa particolare situazione possono divenire pericolossissime. Queste due malattie sono L’IMMUNODEFICIENZA (FIV) e la LEUCEMIA INFETTIVA (FeLV):

 Il FIV (Feline Immunodeficienza Virus) fa parte della famiglia dei Lentivirus così chiamati a causa del lento sviluppo della malattia; appartiene quindi alla stessa famiglia del virus che provoca l’AIDS nelle persone ma il FIV è infettivo solo nei gatti

E’ attraverso i morsi che i gatti si trasmettono il virus per cui appare ovvio che la malattia si verifica più spesso nei gatti liberi di vagabondare.

Purtroppo i gatti che hanno contratto l’immunodeficienza rimangono malati per tutta la vita.

La malattia si presenta in fase acuta dopo 4-6-setimane dal morso con febbre, abbattimento e ingrandimento dei linfonodi. Tuttavia non sempre questi sintomi sono  abbastanza evidenti da esser notati dal proprietario.

Dopo la fase acuta i gatti possono apparire normali per 3 anni o più , ma durante questo periodo il FIV continua il suo lavoro di distruzione del sistema immunitario.

Finchè la disfunzione immunitaria è lieve i gatti possono manifestare normali infezioni secondarie comuni anche nei gatti sani come stomatiti, ascessi, scoli nasali e oculari, dermatiti, micosi, diarrea, etc.

Attenzione però: tutte queste infezioni rispondono ai trattamenti usuali ma non così bene come ci si aspetterebbe perché non hanno l’aiuto del  sistema immunitario.

Il FIV può infettare anche il midollo osseo causando anemia e il tessuto cerebrale determinando cambiamenti del carattere del gatto. I gatti infettati da FIV è più probabile che sviluppino insufficienza renale e linfosarcomi (tumori delle cellule linfonodale). I gatti immunodepressi possono vivere un anno o più se aiutati da trattamenti sintomatici.

Quando si sospetta un FIV si deve eseguire un esame del sangue. Se negativo di solito si esclude la diagnosi di FIV, ma una infezione contratta da 1-2 mesi non può essere evidenziata per cui, se il caso non si risolve, l’esame va ripetuto. Viceversa un esame positivo in presenza di sintomi è quasi sempre affidabile, ma ciò non è una ragione per ricorrere all’eutanasia infatti recenti studi hanno dimostrato che gatti infetti possono vivere discretamente per 2 o più anni.

Naturalmente ciò avviene se il gatto viene aiutato con cure appropriate quali antibiotici per combattere le malattie batteriche secondarie.

Purtroppo gli antivirali hanno una elevata tossicità per i gatti per cui se ne sconsiglia l’uso.

Bisogna fare attenzione che  gatti FIV-positivi non entrino in contatto con altri gatti sia per evitare altri contagi , sia per evitare che il gatto con FIV prenda altre malattie, magari banali, ma per lui decisamente pericolose.

Sarebbe utile un vaccino, ma come per le persone, non è ancora stato sviluppato.

 

Il FeLV (Virus Leucemia Felina) viene eliminato dal gatto malato attraverso la saliva, quindi morsi, pulizia reciproca, ciotole per il cibo e per l’acqua rappresentano vie di contagio per gatti sani. Per fortuna il virus vive solo pochi giorni nell’ambiente esterno e viene ucciso da detergenti e disinfettanti. Se ne deduce che il rischio maggiore per un gatto sano è quello del contatto diretto con un gatto infetto.

Come per la FIV il problema principale è la depressione del sistema di difesa per cui il gatto muore entro 2 o 3 anni dal momento dell’infezione.

A causa delle diminuite difese avremo con facilità ascessi, stomatiti, malattie respiratorie, diarrea, disappetenza. Di solito il FeLV colpisce il midollo osseo che produce globuli rossi e globuli bianchi: minor globuli rossi vuol dire anemia, minor globuli bianchi vuol dire minori difese alle infezioni.

Quando il virus aggredisce le cellule linfonodali e del midollo osseo può sviluppare tumori: leucemie se le cellule tumorali si riversano nel sangue, linfomi se le cellule tumorali si ritrovano in organi quali il midollo osseo, il torace, il fegato, l’intestino. Come per la FIV non esiste terapia specifica, ma solo un terapia sintomatica per combattere le infezioni secondarie.

Per la FeLV sono stati messi a punto dei vaccini a “virus morto” a causa del rischio che un “virus vivo modificato” possa mutare in virus pericoloso. Sono vaccini molto efficaci che vanno fatti nei giovani gattini di 9 settimane di età, richiamati dopo un mese e quindi ogni anno. Hanno però un inconveniente: come tutti i vaccini a “virus morto” possono causare una risposta infiammatoria nel punto di inoculo che a sua volta può degenerare in un tumore detto fibrosarcoma.

E’ da tenere presente comunque che il rischio che si sviluppi un fibrosarcoma è del 0,02%, mentre quella di contrarre la malattia (per un gatto che viene in contatto, anche indiretto, con altri gatti) è del 2%.

Riepilogando ( e ricordando che questo vale anche per la FIV) i gatti che vivono in ambiente domestico non sono a rischio se gli altri gatti con cui convivono non sono infetti e se tutti i gatti vengono tenuti all’interno. I nuovi gatti introdotti nell’ambiente devono essere posti in isolamento per almeno 3 mesi e durante questo periodo esaminati almeno 2 volte: esistono sia per FIV che per FeLV  esami ematici ambulatoriali che qualsiasi veterinario è in grado di eseguire e quindi  identificare i gatti infetti.

Le infezioni da FIV e da FeLV sono letali per i gatti, ma la FeLV può essere facilmente prevenuta: basta vaccinare regolarmente tutti i gatti  a rischio.