TURISMO
Un
tuffo
nella
serenità
per
chi
sa
apprezzare
i
ritmi
e
la
semplicità
della
vita
montanara
Settimana
bianca:
scegliere
la
località
può
essere
complicato
Consigli,
commenti
ed
istruzioni
per
l’uso
A
cura
di
Carlo
Ceccarini
Un sogno: acme per chi ama quegli scorci di paradiso che è la montagna innevata, una gioia per l’udito per chi sa apprezzare la sinfonia del canto degli sci, a volte decisa, Wagneriana, a volte dolce, melodiosa, come un preludio di Chopin, un tuffo nella serenità per chi sa apprezzare i ritmi, la semplicità, della vita montanara, purtroppo anche uno sfizio, al pari della settimana alle Seychelles, per chi è pervaso esclusivamente dalla necessità di ostentare ad amici parenti e, se possibile, al mondo intero, le proprie disponibilità pecuniarie, perfettamente scevro da valori come amore per la natura (che ovviamente esso considera alla stregua di un bene di consumo) e da valori ormai desueti come il rispetto dei diritti degli altri, disgraziatamente, a farne le spese, dell’esistenza di questi “black hole della civiltà” sono, purtroppo, la montagna e gli altri sciatori .
Chi ama rispetta!
Purtroppo
lo
sci
non
è
uno
sport
a
buon
mercato,
gli
alberghi,
lo
skipass,
la
scuola
sci
e
l’attrezzatura
hanno
prezzi
molto
alti.
Le
caratteristiche
del
comprensorio
sciistico
quasi
sempre
determinano
il
prezzo
del
soggiorno,
fanno
eccezione
alcune
località
particolarmente
“in”
nelle
quali
il
prezzo
è
determinato
più
dalla
preferenza
ad
esse
accordata
dai
“vip”,
(ai
quali
bisogna
riconoscere
un’ottima
dose
di
buon
gusto
nello
scegliere)
che
dai
chilometri
di
piste
disponibili,
dalla
varietà
dei
livelli
di
difficoltà
delle
stesse
e
dalla
possibilità
di
usufruire
delle
piste
di
altri
comprensori
limitrofi,
come
si
dice
in
gergo
sciatorio:
pista
sempre
diversa
e
sci
sempre
ai
piedi.
Comprensori
con
tali
caratteristiche,
in
Europa,
si
contano
sulle
dita
di
una
mano,
nel
mondo…
bastano
sempre
le
dita
di
una
sola
mano!
Coloro
che
non
possono
andare
a
sciare
a
“Le
Trois
Vallees”
a
“Kitzbühel”
o
sul
“Sella
Ronda”
stiano
pure
tranquilli,
ci
si
può
divertire
anche
in
comprensori
con
meno
di
milleduecento
chilometri
di
piste,
basta
avere
la
voglia
di
imparare
a
sciare,
la
voglia
di
migliorare
la
propria
tecnica,
la
volontà
di
vivere
la
settimana
bianca
per
ciò
che
è
e
per
ciò
che
deve
essere:
imparare
a
vivere
una
vita
meno
“cattiva”
di
quella
di
tutti
i
giorni,
la
montagna
ci
avvicina
a
quella
strana
entità
che
ha
nome
natura,
ci
consente
di
vederla
da
molto
vicino,
ci
da
l’opportunità
di
essere,
almeno
per
qualche
momento,
parte
integrante
di
essa,
di
sentirsi
avvolti
da
questa
meraviglia
di
cui,
per
il
resto
del
nostro
tempo
cittadino,
non
ne
percepiamo
l’importanza,
o
peggio
ancora,
ci
adoperiamo
più
o
meno
consciamente
per
annientarla.
Come
scegliere
la
località
in
cui
andare
a
passare
la
nostra
tanto
agognata
settimana
bianca?
(strano
che
ancora
non
si
chiami
white
week!)
Prima
limitazione
alla
molteplici
possibilità
di
scelta
offerte
dal
grande
circo
dello
sci:
la
disponibilità
economica,
se
il
nostro
budget
è
particolarmente
limitato,
occorre
orientarci
verso
stazioni
invernali
che,
consce
della
limitata
estensione
del
loro
parco
sciistico,
offrono
“pacchetti”
(soggiorno+skipass+scuola
sci)
a
prezzi
davvero
interessanti.
La
seconda
limitazione
da
prendere
in
considerazione
è
il
nostro
livello
di
abilità
nello
sciare,
scegliere
un
comprensorio
estremamente
vasto
con
molte
piste
impegnative
e
saper
sciare
al
livello
di
poco
superiore
allo
“spazzaneve”,
equivale
ad
acquistare
una
Ferrari
esclusivamente
per
andare
a
comperare
le
sigarette
dal
tabaccaio
che
dista
ben
100
metri
dalla
nostra
dimora.
Ultima
valutazione
da
fare
sul
comprensorio
prescelto
è
l’indovinello
dell’innevamento,
ormai
quasi
tutte
le
stazioni
invernali
dispongono
di
impianti
per
la
produzione
artificiale
della
neve,
malauguratamente
solo
poche
di
esse
hanno
una
copertura
superiore
al
50%,
quindi,
dato
che
stiamo
attraversando
un
periodo
notevole
di
instabilità
climatica,
e
che
la
certezza
di
trovare
della
buona
neve
è
sempre
più
aleatorio,
cerchiamo,
per
quanto
possibile,
di
scegliere
località
in
cui
i
“cannoni”
sono
particolarmente
numerosi,
senza
peraltro
trascurare
il
fattore
quota,
infatti
per
produrre
neve
artificiale
è
indispensabile
essere
in
presenza
di
temperature
ben
sotto
lo
zero,
questa
caratteristica
non
sempre
è
garantita
nelle
località
dove
le
piste
sono
situate
a
quote
basse,
o
esposte
ai
venti
caldi
provenienti
dal
sud.
A
questo
punto
avrete
ben
capito
che
scegliere
la
stazione
sciistica
è
maledettamente
complicato,
a
tutte
le
problematiche
sopra
esposte,
va
aggiunto
che
occorre
tenere
conto
anche
dei
servizi
accessori
(skibus,
noleggi
attrezzature
sciistiche,
intrattenimenti,
attività
invernali
alternative
allo
sci,
shopping
ecc.)
afferti
dalla
località
agli
sciatori,
ai
non
sciatori
ed
a
agli
sciatori
nel
“dopo
sci”
(in
quelle
“top”
“apres
ski”),
quindi
non
esitate
a
interpellare
un
esperto,
c’è
senza
dubbio
uno
Sci
Club
nella
vostra
città
o
nel
vostro
paese,
i
responsabili
di
questi
sodalizi
sono
in
genere
ben
preparati
e
possono
darvi
preziosi
consigli,
tenendo
conto
delle
vostre
esigenze.
Finalmente
siete
sulle
piste
da
sci!
Prendete
seriamente
coscienza
delle
vostre
reali
capacità
sciistiche,
non
c’è
niente
di
più
pericoloso
di
chi
non
conosce
i
propri
limiti,
osate,
ma
con
senno,
un
buon
maestro
di
sci
è
come
un
famoso
digestivo,
fa
sempre
bene,
la
scuola
sci
non
è
mai
noiosa
ed
anche
se
vi
sentite
un
Tomba
o
una
Compagnoni
quelle
poche
ore
di
apprendimento
non
possono
che
migliorarvi,
sia
sciisticamente
che
da
un
punto
di
vista
di
socializzazione,
è
veramente
simpatico
condividere
le
difficoltà
dell’apprendimento
di
quei
movimenti
che
niente
hanno
a
che
fare
con
il
nostro
uso
quotidiano
della
muscolatura,
ridere
della
nostra
e
altrui
goffaggine
di
cui
tutti
abbiamo
fatto
e
facciamo
sfoggio
quando
cerchiamo
di
mettere
in
pratica
quegli
astrusi
insegnamenti
che
il
“sadico”
maestro
di
sci
continua
a
propinarci.
Sulle
piste
di
discesa
non
è
più
bravo
chi
va
più
veloce,
stranamente
è
più
bravo
chi
sa
dosare
la
velocità
a
proprio
piacimento
indipendentemente
dal
livello
di
difficoltà
della
pista,
chi
sa
impostare
traiettorie
sicure,
senza
ricorrere
a
scenografiche
derapate,
con
gli
sci
che,
nelle
curve,
mordono
con
decisione
la
neve
pur
scivolandoci
sopra
lisci,
senza
grattarla
via,
guardate
i
movimenti
di
chi
sa
sciare
veramente,
in
essi
si
può
vedere
l’armonia
di
una
danza
,
sembra
che
lo
sforzo
fisico
si
inesistente,
guardate
le
tracce
lasciate
dai
“legni”
(affettuoso
appellativo
degli
gli
sci
usato
da
coloro
che
sanno
chi
era
Zeno
Colò)
di
questi
virtuosi
dell’arte
dello
sciare,
vedrete
due
piccoli
solchi,
rigorosamente
paralleli,
che,
molto
raramente,
presentano
leggerissime
sbaffature.
Sciare
con
la
consapevolezza
di
ciò
che
possiamo
osare
in
tutta
sicurezza,
corrisponde
a
poter
trascorrere
una
vacanza
serena
e
non
costituire
pericolo
per
noi
stessi
e
per
gli
altri.
Concludendo:
buone
sciate
divertenti
e
sicure
a
tutti.